Ecografia al seno quando si fa e perché

Ecografia al seno quando si fa e perché

A che età è bene iniziare a fare controlli al senso con una ecografia? Ogni quanto farli? Cosa si vede dall'ecografia. Rispondiamo a queste e altre domande.

Ad oggi l’ecografia al seno è uno strumento fondamentale per diagnosticare un eventuale tumore al seno. Il tumore al seno rappresenta la forma di tumore femminile più frequente, con 48.000 nuovi casi in Italia ogni anno.

Nonostante questa cifra inquietante, le statistiche sulla guarigione si rivelano sempre più confortanti.

Scoprire un tumore molto piccolo, quando ancora non è palpabile, né dalla donna né attraverso la visita senologica, vuol dire avere una probabilità di guarigione vicina al 98%.

Solo il 30% dei tumori alle mammelle, però, vengono scoperti davvero presto.

È molto importante che tutte le donne si sottopongano periodicamente all’ecografia al seno, che potrebbe mostrare proprio la presenza o meno di un tumore.

Ecografia al seno quando farla

I controlli periodici individuali al seno devono iniziare già a 30-35 anni con un’ecografia mammaria annuale, e dai 40 anni anche con una mammografia annuale.

Si consiglia di sottoporsi a questo esame in età giovane, quando la mammella è costituita prevalentemente da tessuto denso ghiandolare, che la mammografia non riuscirebbe a distinguere da un tessuto patologico.

L’ecografia mammaria è un esame che può essere effettuato in qualsiasi fase del ciclo mestruale, anche se viene preferita la fase post mestruale (5-12 giorno del ciclo).

Anche durante la gravidanza, periodo durante il quale il seno cambia considerevolmente, potrebbero comparire addensamenti o noduli. Questi rappresentano quasi sempre il normale adattamento della mammella agli elevati livelli di estrogeni della gravidanza, ma possono anche nascondere qualcosa di più serio.

È possibile sottoporsi ad un’ecografia mammaria per esaminare particolari noduli palpabili o patologie infiammatorie (mastite, ascesso e trauma).

L’ecografia al seno è attendibile?

Questa ecografia è in grado di riconoscere un nodulo di piccole dimensioni e di individuarne le caratteristiche che consentono di discernere tra lesioni di natura maligna e lesioni benigne.

Nelle donne giovani prevale la componente ghiandolare e con il passare del tempo questa parte si riduce e aumenta la porzione adiposa e fibrosa delle mammelle.

L’ecografia mammaria è un esame indicato per le donne sotto i 40 anni, con seni radiologicamente densi o qualora l’esame mammografico ne richieda la comparazione.

Per il cancro della mammella, l’ecografia presenta un’accuratezza diagnostica stimata tra il 78 e il 96%. Se alla palpazione si identificano alterazioni nodulari o alla mammografia si visualizzano aree sospette, o di difficile interpretazione, l’esame ecografico può aiutare a risolvere il dubbio diagnostico.

I limiti dell’ecografia al seno:

  • non riesce a visualizzare contemporaneamente tutto il volume della mammella
  • difficoltà a identificare lesioni maligne in fase precoce

Proprio per questo motivo, l’esame ecografico è complementare alla valutazione clinica e alla mammografia.

L’ecografia al seno viene anche chiamata “indagine operatore-dipendente“, dal momento che la sua affidabilità e attendibilità dipende molto dalla competenza del medico che la esegue.

Si consiglia di sottoporsi a questo esame presso un centro specializzato, accertandosi che venga seguito da medici radiologi con un’esperienza specifica sulle patologie del seno e sulla loro identificazione ecografica.

Ecografia al seno cosa si vede

L’ecografia mammaria è indicata in tutti i casi in cui siano evidenti o palpabili formazioni nodulari alla visita medica o all’autoesame del seno (auto palpazione della donna).

L’indagine ecografica verifica la presenza di lesioni, anche di piccole dimensioni, ottenendo informazioni sulla loro probabile natura maligna o benigna.

L’ecografia mammaria rileva immagini di possibili lesioni sospette(margini, struttura cistica o solida ecc.) ed eventuali formazioni dei linfonodi ascellari.

È un esame utile nello studio delle alterazioni benigne della mammella (malattia fibrocistica, fibroadenomi, patologia infiammatoria e dilatazioni dei dotti galattofori).

Ecografia mammaria e mammografia differenza

L’ecografia mammaria e la mammografia sono i due esami strumentali che permettono di tenere sotto controllo lo stato di salute del seno.

Quali sono le differenze tra queste due indagini? 

L’ecografia mammaria è un esame eseguito attraverso gli ultrasuoni. Valuta la mammella nella sua struttura adiposa e fibrosa. È utile nelle donne giovani perché in grado di individuare la mastopatia fibrocistica o i fibroadenomi, che sono noduli benigni di consistenza fibrosa.

La mammografia, è un esame radiografico mirato all’individuazione di micro-calcificazioni o noduli di piccole dimensioni soprattutto in donne che hanno una mammella in involuzione, quindi con più di 40 anni.

Nodulo seno non visibile nell’ecografia: è possibile?

L’ecografia al seno analizza un’area specifica ed è in grado di distinguere se una cisti rilevata da una mammografia (o con un’autopalpazione del seno) è liquida o solida, evitando il ricorso all’ago aspirato.

Limiti dell’ecografia:

  • impossibilità di visualizzare contemporaneamente tutto il volume della mammella,
  • visualizza solo sezione per sezione
  • difficoltà di identificare lesioni maligne in fase precoce

Per questa ragione, l’esame ecografico non basta. È necessario sottoporsi anche alla valutazione clinica e alla mammografia.

Questa indagine non può sostituire la mammografia nella ricerca del tumore maligno in fase precoce, in quanto non individua le calcificazioni microscopiche rilevabili dalla mammografia e non distingue piccole anomalie da tessuti sani.

L’esame ecografico dipende molto dall’esperienza dell’operatore, che può individuare piccole anomalie focali nell’ambito del parenchima mammario denso di una giovane donna.

Negli ultimi decenni è diventata parte integrante nell’approccio diagnostico delle lesioni focali della mammella.