Beh. I bambini si ammalano, è normale, che vuoi fare?
Tenerli sotto una campana di vetro o rinchiuderli in una torre alta duemila metri nel mezzo dell’amazzonia per evitar loro il contagio? Sì.
Gentili mamme, gioiosi babbi, io voglio farlo. Perche diciamocelo, quella degli anticorpi è una leggenda metropolitana, un po’ come l’ippogrifo. Devono
avere la forza d’animo di topo Gigio e la potenza eccezionale di Bambi dopo 3 flebo questi anticorpi, se ogni due settimane i bambini ritornano a casa con la febbre e un moccolo al naso di un punto di verde che a confronto Slimer è anemico. Perché quando un bambino si ammala è tutta la famiglia che si ammala. I babbi, si sa, quando il termometro segna 36 e 9 , loro per prevenzione,prima ancora di arrivare a 37, iniziano ad avvertire brividi lungo la schiena, nausee
impellenti, e un’incredibile necessità di perdere l’uso degli arti, simulando la morte apparente ad eccezione della mano destra, ancora abile nel cambiare canale.
I nonni giustamente, forti del motto evergreen ‘noi abbiamo già dato’, come fiutano odor di bacillo,decidono che è giunto il momento di una fuga spirituale in Kenya, per ritrovare le gioie di coppia cavalcando rinoceronti al tramonto.
I fratelli e le sorelle? Se grandi, cercheranno di accogliere il virus con ogni sforzo umano immaginabile per il gusto di stare a casa 3 giorni a giocare alla playstation in pigiama e mangiare sul divano.Se piccoli, giorni di terrore vi attendono tra apnee notturne, tossì da tricheco , rigurgiti e diarree che quando si diventa mamme, si sa, i film splatter ci fanno un baffo a manubrio. Ovviamente il microbo si guarderà bene dall’infettare la mamma, evitandola con
abili manovre da free climber. La mamma,questa fortunata creatura, sarà l’unica a rimanere integra e indenne e ovviamente sarà quella che dovrà accudire tutti. Preparare brodini di pollo, distribuire pastiglie alle erbe alpine, cullare i piccoli mostri febbricitanti con abili movimenti pelvici e danze della pioggia per addormentarli giusto quel quarto d’ora prezioso che impiegherete per lavarvi le ascelle, convincere i figli grandi a smetterla di scaldare il
termometro sul termosifone, fare agguati d’assalto e inseguire tutti i membri della famiglia per obbligarli ad assumere i medicinali tramite biechi ricatti, andare a riprendere i nonni in Kenya mezzi rotti perché disarcionati dai rinoceronti sulle sponde del lago Vittoria…
In tutto questo,una frase perseguiterà il vostro sonno per i prossimi mesi spingendovi a pensieri impuri che prevedono parolacce che non compaiono neanche tra i dieci comandamenti di Massimo Ceccherini….
‘certo mamma, che fortuna, tu non ti ammali mai ‘.
Lascia un commento