Coronavirus, le mamme devono scegliere tra lavoro e figli

mamma lavoro

La pandemia da Coronavirus ha certamente alterato i nostri equilibri, specialmente quelli delle famiglie, delle mamme lavoratrici e dei loro bambini. Siamo ormai nella fase 2 e molte mamme si ritrovano costrette a dover scegliere tra il lavoro e la gestione dei figli, ancora a casa per via delle scuole chiuse che riapriranno a settembre.

Uno studio della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro “Mamme e lavoro al tempo dell’emergenza Covid-19” sulla nostra popolazione ha fatto emergere questa emergenza da “fase 2” per ben 3 milioni di donne lavoratrici con almeno un figlio al di sotto dei 15 anni. Sì perchè si continua a parlare di didattica a distanza anche nel mese di settembre, con turnazioni degli studenti per non affollare le classi, ma chi baderà ai bambini mentre saranno a casa?

Molte mamme, quelle che non hanno modo di chiedere aiuto ai nonni o che non riescono a trovare una baby sitter, dovranno per forza di cose fare una scelta: lavoro o figli? E molte di loro saranno costrette a dover lasciare il lavoro.

mamma lavoro

Già in questi primi mesi di emergenza da Coronavirus ci siamo fatte non in quattro, di più! Tra lo smart working, la casa, i figli piccoli, la didattica a distanza… che poi c’è chi si convince che noi mamme che lavoriamo da casa non abbiamo vita poi così difficile! Ma vorrei vedere queste persone a gestire il proprio lavoro, le call con il capo e i colleghi e allo stesso tempo le call dei figli per le video lezioni! Come se poi avessimo tutti gli strumenti per poterlo fare, molte famiglie hanno un solo computer e bisogna anche turnarsi! Per cosa poi? Per avere magari a fine mese uno stipendio base sui 1.000 euro.

Dopo questo studio Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, ha dichiarato che:

“È utile confermare e prorogare, con il prossimo decreto, gli strumenti di sostegno emergenziali già previsti per le famiglie, ma al contempo bisogna pensare a strumenti strutturali per rafforzare i servizi di assistenza per la cura dei figli. Solo in questo modo riusciremo a superare il ritardo italiano delle donne a lavoro che rischia, se non colmato in tempi brevi, di lasciare a casa molte lavoratrici mamme.”

 

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